Filande novesi - :: SITO UFFICIALE DELLA CITTA' DI NOVI LIGURE (AL) ::

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   UNA FILATRICE NOVESE DEL SETTECENTO   

A Novi producemmo la seta migliore del mondo e esportammo in quasi tutto il mondo il modo in cui farlo, imprimendo la più profonda impronta che la città abbia lasciato fino ad oggi. La seta era all’epoca un prodotto tutt’altro che secondario. Tutto il mondo nel settecento investiva per migliorare la qualità della seta. L’oltregiogo era la Silicon Valley della seta, e Novi era Cupertino. La diffusione delle tecniche novesi ha migliorato la qualità della seta a livello mondiale ma nessuno è mai riuscito a produrre seta della stessa qualità della seta bianca di Novi. Nei listini prezzi del mercato di Londra la seta bianca di Novi di scarsa qualità, quella prodotta dalla filatrice con quattro o sei matasse per volta, costa un terzo in più delle migliori sete cinesi.

 

Una Filatrice Novese del Settecento e una storia di lavoro, sacrificio ed emancipazione, una ricostruzione attraverso documenti e testimonianze della grande tradizione delle Filande, prezioso bagaglio storico della nostra città, con il contributo della Biblioteca Civica di Novi Ligure e dell’Ing. Pietro Rescia, tra i massimi esperti della tradizione della seta a Novi Ligure. 

Il video racconto è disponibile sul canale YouTube del Comune di Novi Ligure 

🎞 https://youtu.be/UeKVjWpug4w 🎞

Per approfondire:

  Una Filatrice Novese del Settecento - testo  

  James Watt e le filande del Bengala  

  Novinostra - In Novitate / II-2019 - REGOLAMENTO PER LA PRODUZIONE DELLA SETA BIANCA DI NOVI NELLE FILANDE DEL BENGALA  

 


CHI È PIETRO RESCIA

Mi chiamo Pietro Rescia, sono un appassionato di storia novese che vive a Londra.

Vivere a Londra mi ha permesso di accedere con comodità alla British Library dove ho trovato scritti settecenteschi riguardanti il trasferimento delle tecnologie di produzione della seta di Novi nel Bengala. Li ho studiati nella sale di consultazione, si tratta di manoscritti originali per la maggior parte corrispondenza commerciale della East India Company.

La prospettiva di questi documenti è quella degli Inglesi, e molto riguarda il Bengala, ma attraverso l’intreccio scorre sullo sfondo la Novi del Settecento.

Come  la seta di Novi arrivò in Bengala, qui a Londra ancora lo si studia, è tutt’altro che inedito, anzi alcune pubblicazioni sono piuttosto recenti. Fu un elemento saliente della prima fase della rivoluzione industriale. La London School of Economics, il dipartimento di storia applicata alla scienza economica, è interessato a capire i fattori di produzione in Bengala che permisero il successo o determinarono rallentamenti del trasferimento delle tecnologie di produzione della seta novese.

Sotto questa angolatura, Novi e le ragioni per cui la seta di Novi fosse la migliore, sono secondarie, non per me. 

Leggendo i manoscritti ho riportato alla luce vicende che almeno in parte svelano Novi e ho scoperto che la Novi del settecento era molto diversa da come la immaginavo; cosmopolita, florida, vivace.

Ho pubblicato due articoli su Novinostra InNovitate: il primo narra la vicenda per intero, il secondo si focalizza sulle tecniche novesi che là vennero adottate.

Durante la stesura di questi articoli ho ricercato letteratura tra le pubblicazioni locali, trovandone molto poca. L’industria serica a Novi sembra apparire intorno al 1815, mentre in realtà è evidente che era già presente da almeno cinquant’anni.

Sono fiero di avere aggiunto, o almeno evidenziato, un tassello della storia locale che io ritengo molto importante e fonte di ispirazione.

Come conclusi il mio secondo articolo:

A Novi quanto appreso grazie all’industria serica si propagò ad altri settori industriali perpetuandosi in numerosi meandri fino ai giorni nostri. Il percorso inverso, alle sorgenti della seta bianca, è un viaggio che conduce a molto tempo addietro, forse a un dono di Ludovico il Moro dal quale Novi seppe trarre vantaggio.

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